Con il termine anatocismo (dal greco anà – di nuovo e tokòs – interesse) si intende la produzione di interessi su interessi e consiste nella capitalizzazione periodica degli interessi dovuti per un determinato capitale.
L’anatocismo è vietato dall’art. 1283 c.c. il quale prevede che “In mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti almeno per sei mesi”.
L’anatocismo riguarda la prassi bancaria di far pagare, mediante un meccanismo matematico-finanziario, gli interessi sugli interessi (senza che il cliente si accorga di questo), arrivando a generare interessi che possono con l’andar del tempo diventare anche usurari.
Per comprendere meglio il meccanismo dell’anatocismo bancario facciamo un semplice esempio:
Supponiamo di richiedere ad un istituto di credito un prestito di Euro 100.000 da restituire in un anno al tasso fisso del 10% e che tale prestito venga erogato a partire dal 1° gennaio 2015.
Da | A | Capitale: | Tasso: | Mesi: | Interessi |
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Gennaio ’15 | Dicembre ’15 | €100.000, 00 | 10,00% | 12 | €10.000,00 |
Totale Intressi: Euro 10.000,00
Da | A | Capitale: | Tasso: | Mesi: | Interessi |
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Gennaio ’15 | Marzo ’15 | €100.000, 00 | 10,00% | 3 | €2.500,00 |
Aprile ’15 | Giugno ’15 | €102.500, 00 | 10,00% | 3 | €2.562,50 |
Luglio ’15 | Settembre ’15 | €105.062, 50 | 10,00% | 3 | €2.626,57 |
Ottobre ’15 | Dicembre ’15 | ���107.689, 07 | 10,00% | 3 | €2.692,23 |
Totale Intressi: Euro 10.381,30, con un onere maggiore a carico del cliente di 381,30